Intervista a Franz Bergonzi autore di “E dacci oggi il nostro PANICO quotidiano”, TEA, 2025.

Abbiamo voluto incontrare l’autore e scambiare con lui alcune chiacchiere e alcune riflessioni perché pensiamo che il libro meriti più di una semplice recensione. Per molte ragioni.

Chi ha avuto la sventura (o la ventura, e se leggete il libro capirete il perché) di attraversare (o esserci ancora dentro) il Disturbo da Attacchi di Panico (DAP) o le Crisi da Attacchi di Panico (CAP, come le chiama Franz) scorrendo il testo capisce immediatamente che parla il nostro linguaggio, parla di cose che ci appartengono o ci hanno appartenuto, parla di percorsi di guarigione a noi conosciuti. Per farla breve: Franz è uno di noi! È un “Simile Sensibile”, anche questa una interessante intuizione dell’autore che può essere d’aiuto nel gestire le relazione dopo il Panico.

La completezza dei temi trattati e l’approfondimento degli stessi nonché le peculiari indicazioni nate dall’autenticità del vissuto dell’autore fanno di questo libro un vero manuale di sopravvivenza per appanicati. Opera monumentale, come viene definita nell’intervista, per la vastità della trattazione e la completezza delle informazioni.

Dal punto di vista della nostra associazione manca solo un aspetto, l’auto/mutuo aiuto. Ma anche qui una nota di merito a Franz: ha avuto l’onestà intellettuale di non trattare una tematica che non aveva frequentato nel suo percorso di rinascita. Ma quando parla, in molti passaggi, del valore terapeutico di uscire dalla “bolla” in cui ci costringe il panico, di interagire e confrontarsi col prossimo per dare e imparare, di coltivare le relazioni reali e non solo digitali, ecc. non fa altro che parlare di auto/mutuo aiuto.

Il libro è composto da quaranta capitoli, ben strutturati, che si leggono agevolmente perché ben scritti, in cui si trattano, come è già stato detto, tutto quello di cui un panicoso può aver bisogno, prima per capire cosa gli è successo, poi per capire perché gli è successo e infine quali sono le possibili vie d’uscita anche con suggerimenti pratici che, pur con la chiara consapevolezza dell’unicità dei propri percorsi di guarigione, possono essere interessanti strumenti pratici d’aiuto.

Due parole meritano una particolare attenzione: Evoluzione e Resurrezione. L’uscita dal DAP (o dalle CAP) comporta una autentica Evoluzione che ci rende diversi da come eravamo prima, speriamo migliori.

Per concludere possiamo affermare che il risultato del percorso di guarigione rappresenti una vera e propria Resurrezione, come titola l’ultimo capitolo del libro e chiaramente questa parola non necessita di alcuna spiegazione.

Nei seguenti link troverete il video dell’intervista

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