“Intervista a Laura Bono”La musica è tutto!”

Laura Bono (il suo nome completo è Laura Bonometti) è una giovane artista che ha, però, alle sue spalle già una lunga carriera perché ha cominciato a comporre canzoni sin da bambina.
Nel 2005 ha vinto il Festival di Sanremo, categoria Giovani, con la canzone “Non credi nei miracoli”. Dopo il Festival esce il suo primo album dal titolo Laura Bono, preceduto dal secondo singolo, “Tutto ha una spiegazione”.
La terza edizione di “Music Farm” l’ha vista tra i suoi protagonisti. E proprio durante la trasmissione ha avuto in diretta un attacco di panico.
Laura è una ragazza molto carina e sensibile e si è subito mostrata disponibile ad aiutarci a fare informazione corretta sugli attacchi di panico, specialmente tra i giovani, raccontando la sua esperienza.

Laura, quando hai cominciato a soffrire di attacchi di panico?
In realtà non so bene quando perché credo di aver sin da bambina avuto delle forme d’ansia che si sono col tempo evolute in attacchi di panico.

Ricordi il tuo primo attacco di panico?
Sinceramente no o forse non l’ho riconosciuto appunto per quello sviluppo di cui ho parlato prima. Mi dicevano che era solo un po’ d’ansia e per me era tutto. Non sapevo neanche dell’esistenza degli attacchi di panico.

Che tipo di infanzia hai avuto?
Normale, vivace.

Quali erano le tue sensazioni? Cosa pensavi?
Avvertivo un senso di allarme e di impotenza.

A chi ti sei rivolta per un aiuto?
All’inizio a nessuno, poi ho fatto delle sedute con degli psicologi e infine ho chiesto un parere medico a dottori e a un neurologo. Ma l’aiuto maggiore mi è stato dato dalle persone che mi sono state vicine e che conoscevano il problema in prima persona.

Quanto ti aiuta la musica nei momenti di difficoltà?
La musica è tutto. È una valvola di sfogo, un conduttore di emozioni, sensazioni ed energia. Inoltre, siccome sono tanti anni, ormai, che soffro di ansia e panico, riesco in qualche modo a riconoscerne i sintomi (quando mi è possibile, chiaramente) e proprio con la chitarra in mano e la scrittura di canzoni spesso sono riuscita a vincerli.

Con quale frequenza stai male?
In certi periodi spesso.

Che peso hanno avuto gli attacchi di panico nel tuo lavoro?
L’anno scorso è stato uno degli anni in cui ne ho sofferto molto ed effettivamente non sono stati molto gestibili nella vita privata e quindi, di conseguenza, nel lavoro. Non potevo stare sola un secondo e la mia concentrazione era tutta incentrata sul mio stato di salute e sul mio terrore di non respirare da un momento all’altro. Fortunatamente non ho mai avuto problemi sul palco durante delle esibizioni, probabilmente perché la concentrazione si spostava su qualcosa di estremamente bello per me.

Sito Ufficiale di Laura Bono: www.laurabono.com

Come pensi che avresti affrontato il problema se avessi avuto maggiore conoscenza e informazioni sulla patologia?
Probabilmente nello stesso modo. Ammetto di essere una persona molto pigra. Finché va tutto bene… bene. Quando arriva un momento particolare, come può essere quello “infestato” da attacchi di panico, allora muovo il mondo. Effettivamente mi rendo conto che non è il modo migliore per affrontare il problema.

Secondo te, condividere il problema con persone che, come te, hanno avuto a che fare con gli attacchi di panico può aiutare?
Già il solo fatto di parlarne con un’amica che ne soffre e confrontarci mi ha aiutata tanto.

Cosa ti senti di dire a chi si trova ad affrontare per la prima volta questo problema?
Calma e sangue freddo! Non sei solo. Parlarne, parlarne e parlarne. E poi consiglierei di trovare la propria valvola di sfogo, una passione: musica? Giochi di ruolo? Sport? Danza? Sesso?… Insomma, qualsiasi cosa, purché faccia bene.

E invece a chi pensa di non potercela fare?
Allora non ce la farà mai. Prima di tutto bisogna sforzarsi sul pensiero positivo, sul non piangersi addosso, che capita anche a me, ma come me ne accorgo cerco di guardarmi intorno e mi rendo conto che sono fortunata. Forse molti dovrebbero farsi un giro in ospedale a trovare i malati terminali…

Quali consigli ci daresti per aiutarci ad aiutare chi ha bisogno?
Non me la sento di dare consigli a voi. Sicuramente nel momento in cui ho bisogno di aiuto preferirei avere accanto una persona che non drammatizzi troppo e che non sia più spaventata di me, ma che allo stesso tempo sappia quello che mi succede e non banalizzi la situazione. Il sorriso è un’altra cosa molto importante per me. E poi l’informazione “ti succede questo probabilmente perché…” ti riporta alla lucidità. Ti rendi conto, così, che non stai per morire e che, se vuoi, può finire tutta l’agonia che stai passando.

Ottobre 2006
(Intervista a cura di Patrizia Arizza)

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